Perché tutte queste immagini, di cui siamo circondati, sono diventate così inevitabili? La riflessione e lo studio vertono sulla trasformazione del “tutto” a solo immagine concludendo che è assolutamente pericolosa. E allora Nadia Nespoli decide che lo sguardo dello spettatore diventa essenziale sul suo tentativo ostinato di cancellare questa narrazione. Ma attenzione non c’è il vuoto in questi sette lavori, ma una nuova grammatica del vedere per lasciare emergere comunque e sempre qualcosa.
Dunque un muro può diventare un velo? Si, tutto può accadere perché anche se l’immagine e la figurazione vengono continuamente cancellate e destrutturate, viene realizzata come una illusione dove l’arancione e la luce catturano la vista. E, paradossalmente guardando questo muro bianco si respira, perché questa immagine torna potente come una visione.
Non esistono più sfondo, primo piano, grande, piccolo, nuovo o vecchio, ma relazioni tra una nuova natura che perde il senso dei contorni e dei confini.
La ricerca tecnica di Nadia è stratificazione di colore, sovrapposizione di materiale, ripetizione e cancellazione, un rito spesso uguale; è far apparire e poi ancora cancellare.
Il bianco è sempre protagonista: è riflessione, simbolo religioso e tempo sospeso; è equilibrio e purezza .
Perché mi guardi? Perché ti guardo? Cosa cerchi? Cosa voglio? E’ il bello della contemplazione, ritrovare la pausa per percepire un ritmo diverso. Calma e riposo per rigenerarsi.
Sette carte a tecnica mista montate su tela
Misure: 94×64 Anni di realizzazione: 2016/2017